Eurostat: spesa per Ricerca e Sviluppo poco più del 2% del PIL nel 2013

Pubblicato il 18 novembre 2014 · Programma Horizon 2020

Eurostat: spesa per Ricerca e Sviluppo poco più del 2% del PIL UE nel 2013

L’Eurostat ha pubblicato, lo scorso 17 novembre, un comunicato stampa sull’intensità delle spese in ricerca e sviluppo effettuate nel 2013 dai 28 Paesi Membri: questi hanno speso circa 275 bilioni di euro in R&D. L’intensità di R&D, cioè le spese di ricerca e sviluppo come percentuale del PIL, è stata pari al 2,02% nella EU28 nel 2013, rispetto all’1,76% del 2004.

Questo livello EU28 è rimasto comunque inferiore a quello di altre grandi economie. L’intensità di R&D è stata molto più alta in Corea del Sud (4,04% nel 2011) ed in Giappone (3,38% nel 2011) ed, in misura minore, negli Stati Uniti (2,81% nel 2012), mentre sia in Cina (1,98% nel 2012) che in Russia (1,11%), l’intensità di R&D è stata inferiore a quella dell’EU28. Al fine di fornire uno stimolo per la competitività dell’Unione europea, uno dei cinque obiettivi principali della strategia Europa 2020 è l’aumento dell’intensità di R&D al 3% del PIL dell’UE.

Il settore delle imprese ha continuato ad essere il principale settore in cui è stata effettuata la spesa in R&D pari al 64% del totale nel 2013, seguito dal settore dell’istruzione superiore (23%)e dal settore pubblico (12%) e dal settore nonprofit privato (1%). Nel 2013, le più alte intensità di R&D sono state registrate in Finlandia (3,32%), Svezia (3.21%) e Danimarca (3,05%), tutte al di sopra del 3% del PIL, seguite da Germania (2,94%) ed Austria (2,81%). All’estremità opposta della scala, dieci Stati membri hanno registrato un’intensità di R&D al di sotto dell’1% del PIL: Romania (0,39%), Cipro (0,48%), Lettonia (0,60%), Bulgaria (0,65%), Grecia (0,78%), Croazia (0,81%), Slovacchia (0,83%), Malta (0,85%), Polonia (0,87%) e Lituania (0,95%). Rispetto al 2004, l’intensità di R&D è aumentata in ventidue Stati membri, è diminuito in Croazia (dall’1,03% del 2004 all’0,81% nel 2013), Lussemburgo (dall’1,63% all’1,16%) e Svezia (dall’3,39% al 3.21%) ed è rimasta pressoché stabile in Romania, Finlandia e nel Regno Unito.ricerca

Fonte: Eurostat

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