Il Rapporto PMI Mezzogiorno 2017, curato da Confindustria e Cerved con la collaborazione di SRM–Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, fotografa la realtà delle PMI di capitali del Sud alla fine del 2016. Redditività, fatturato e margini in aumento, debiti più sostenibili e investimenti crescenti: i segnali che provengono dalle PMI di capitali meridionali sono univoci nel confermare il rafforzamento della ripartenza.Per le circa 25.000 imprese di capitali che rispettano i requisiti europei di PMI e che sono rimaste sul mercato dopo la crisi, cresce il fatturato (+3,9% tra il 2014 e il 2015) anche oltre la media nazionale; aumenta il valore aggiunto che supera per la prima volta i valori pre-crisi (+4,9%); tornano a crescere gli investimenti (7,4% in rapporto alle immobilizzazioni, contro il 5,1% dell’anno precedente e oltre il 7,2% del 2009) e i margini operativi lordi (+5,7%), che proseguono la risalita dopo anni di difficoltà.
Il processo di selezione favorito dalla crisi sembra, dunque, avere completato la propria azione. Si riduce sensibilmente il numero delle PMI che hanno avviato procedure di chiusura: le imprese fallite nel Mezzogiorno, nel 2015, sono state, infatti, il 20,7% in meno rispetto all’anno precedente. Ma in calo sensibile sono anche le chiusure volontarie, che si avvicinano ai livelli pre-crisi, segno chiaro di un miglioramento delle aspettative degli imprenditori.
Credito, investimenti, innovazione sono le 3 parole chiave per consolidare questo scenario ma soprattutto per irrobustire un tessuto imprenditoriale vitale ma ancora troppo frammentato. L’avvio rapido del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e dei bandi regionali e nazionali dei fondi strutturali mette finalmente a disposizione delle imprese meridionali un set completo, e dotato di risorse ingenti, per spingere gli investimenti.
Fonte: Elaborazione Confindustria e Cerved
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